Non tutti gli alberi sono uguali

La filiera della carta e del cartone prende vita grazie a una materia prima rinnovabile preziosa: gli alberi. Nei secoli, per compensare il disboscamento legato allo sviluppo economico sono stati riforestate, in Europa, vaste aree. Ovviamente con l’obiettivo primario di ridare ossigeno al pianeta e ridurre il riscaldamento globale. Ma se negli ultimi secoli fossero stati piantati gli alberi sbagliati e si fosse ottenuto l’effetto contrario? Un recente studio del Laboratorio di Scienze su Clima e Ambiente di Gif-sur-Yvette, in Francia ha analizzato lo sfruttamento del terreno in Europa negli ultimi 260 anni partendo da un confronto: fra il 1750 e il 1850 la deforestazione legata alla rivoluzione industriale ha portato alla perdita di 190mila metri quadri di superficie boschiva europea. Ma nei 160 anni successivi, la tendenza si è invertita: fra il 1850 e il 2010 si è addirittura riforestato più territorio di quello distrutto, ripiantando 386mila chilometri quadrati di alberi. Peccato che le scelte fatte all’epoca, oggi si rivelino sbagliate: alle autoctone latifoglie (querce, roveri, betulle) si sostituirono conifere (pini scozzesi, abeti rossi e faggi) che per il colore delle loro foglie accumulano più calore e rilasciano più anidride carbonica, contribuendo così al surriscaldamento globale dello 0,12 celsius.

Fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2016/02/10/news/alberi_effetto_serra-133085700/