Quattro chiacchiere con Riccardo Cavicchioli

Matteo Melegatti e Simone Bonaria di Radio Plexo, hanno intervistato il Presidente dell’Associazione Italiana Scatolifici(ACIS), facendogli domande sugli effetti economico-amministrativi del Coronavirus.

Come sta vivendo personalmente questo particolare momento storico?

“Mi spaventano soprattutto il calo del fatturato e le complicazioni burocratiche. Ho espresso le mie preoccupazioni al Senatore Girotto della 10° Commissione di Industria, Commercio e Turismo, cercando anche di dargli qualche suggerimento per un’adeguata prosecuzione; gli ho poi chiesto di farsi garante del flusso ordinario dei pagamenti e di sbloccare le situazioni in cui il credito possa essere favorito o meno: in questo periodo serve assolutamente liquidità a fondo perduto, anche per noi che facciamo parte del settore “green” e diamo un importante contributo all’economia circolare.”

Come avete affrontato questa situazione in azienda?

“Come tutti gli associati, noi non abbiamo mai chiuso. Siamo sempre stati aperti seguendo rigorosamente le istruzioni e i protocolli di sicurezza. Abbiamo mantenuto le giuste distanze e le nostre figure impiegatizie hanno potuto lavorare anche in smart working. Lo stesso purtroppo non si può dire per alcuni nostri clienti, che hanno dovuto affrontare criticità maggiori.”

Come si è mosso il vostro mercato in questa situazione di crisi?

“Il mercato degli imballaggi in cartone ondulato è partito bene e i primi due mesi dell’anno hanno proseguito su questo trend favorevole. Purtroppo l’arrivo del Covid-19 ci ha condizionati molto e la situazione è peggiorata da marzo in poi. Siamo riusciti a tenere aperto perché il nostro settore è fondamentale in ambito farmaceutico e agroalimentare; nonostante questo, però, il nostro saldo non è da considerarsi positivo.”

Qual è la sua previsione di mercato del cartone ondulato per i prossimi 6 mesi?

“Ci vorrebbe la sfera di cristallo. Il nostro core business subirà senz’altro un assestamento, ci vorranno alcuni mesi per capire meglio che tipo di realtà vivremo nel prossimo futuro; molto dipenderà dalla leva pubblica e dalle prossime decisioni governative.”

Cosa ci può insegnare il periodo che stiamo vivendo?

“Trovare lati positivi in questa faccenda è complicato, ma potrebbe stimolare l’avvento di una globalizzazione a misura di resilienza. Può insegnarci a resistere, economicamente e politicamente. In una logica di ripresa dell’economia globale credo che il nostro settore occupi un posto rispettabile date le materie prime derivanti da riciclo e fonti rinnovabili che tutelano l’economia circolare.” 

A livello comunicativo, cosa avete appreso da questa situazione?

“L’insegnamento più significativo è che l’unione fa la forza, abbinando metodi convenzionali a vari strumenti di connessione multipla. Ci ritroviamo ad avere a che fare con nuove modalità di contatto: ultimamente abbiamo tenuto le assemblee e i consigli direttivi in maniera virtuale. A questo proposito, penso sia importante non interrompere mai i colloqui con gli associati e i colleghi imprenditori, anche se in rete, perché si possono trarre vantaggi: ad esempio, la reperibilità delle mascherine, di cui ci siamo riforniti grazie a gruppi nostri partner, sponsor e sostenitori in Estremo Oriente.”